Pubblicato su Politica Domani Num 11 - Febbraio 2002

1944-1971
GLI ACCORDI DI BRETTON WOODS
Politiche monetarie internazionali

Maria Mezzina

È da una tranquilla città di provincia del New Hampshire, negli Stati Uniti, che, nel 1944, è partito il primo tentativo di creare un sistema monetario internazionale capace di mettere i paesi che ne facevano parte al riparo da rovinose speculazioni finanziarie.
Gli accordi di Bretton Woods furono sottoscritti da 44 paesi, Stati Uniti in testa, tutti alleati con i vincitori del secondo conflitto mondiale. Gli accordi prevedevano che il dollaro USA ($) divenisse la moneta internazionale, che fosse convertibile in oro al cambio di 35$ per una oncia (28 grammi) di oro, che tutte le monete fossero convertibili in $ secondo un cambio predefinito - che poteva variare solo per squilibri molto gravi della economia del paese - e che tutte le monete dei paesi potessero essere scambiate fra di loro.

Al Fondo Monetario Internazionale, creato per permettere queste massicce operazioni di conversione, aderirono tutti i paesi firmatari degli accordi; la Banca Mondiale (anch'essa nata dagli accordi e chiamata originariamente BIRS, Banca Internazionale per la Ricostruzione e lo Sviluppo) aveva il compito di aiutare nella ricostruzione i paesi che avevano perso la guerra.

La convertibilità del dollaro in oro fu la causa stessa del fallimento del sistema sottoscritto negli accordi: infatti nelle banche centrali dei singoli paesi continuavano ad aumentare le quantità di dollari disponibili, frutto dello sviluppo economico e dell'aumento delle transazioni finanziarie e commerciali, ma la quantità di oro nei forzieri USA continuava a diminuire. Dal momento che dollari ed oro erano fra loro interscambiabili, le banche USA cominciarono a mettere da parte dollari anziché oro facendo saltare così il rapporto di equivalenza fra l'oro conservato nelle riserve e i dollari immessi in circolazione. Il rischio del collasso totale del sistema fu evitato nel 1971 con la decisione USA di sospendere la convertibilità. La conseguenza fu una situazione di incertezza che portò a svalutazioni e rivalutazioni repentine delle monete mondiali. Nel 1973 la crisi petrolifera produsse gravi deficit di bilancio statale, innescò violentissimi processi inflazionistici ed aggravò l'instabilità dei cambi.

Dopo Bretton Woods i cambi furono lasciati fluttuare sui mercati secondo la legge della domanda e dell'offerta. Il controllo dei cambi veniva affidato alle Banche Centrali con l'immissione e l'acquisto sul mercato di ingenti quantità di valuta per compensare pericolose fluttuazioni (in alto o in basso) e per sostenere le politiche finanziarie dei rispettivi paesi.

 

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